|
|
|
|
|
|
|
|
| Cinquantenario del pellegrinaggio - sabato 3 agosto 2024
50° Pellegrinaggio a piedi Monte Magrè-Madonna della Corona
24-25-26-27 Agosto 2023
“Una storia nella storia”
Cura dei dettagli, adrenalina a mille, ansia per quanto si doveva affrontare, iscrizioni già chiuse prima di appendere i manifesti di invito alla partecipazione, il tutto prima di tuffarci nella storia.
Proprio così, non serve nascondersi, quest’anno si scriveva il numero 50 ad indicare un percorso iniziato nel 1974, con modalità diverse, situazioni e realtà diverse, ma comunque con la grande convinzione che si stava realizzando qualcosa di importante che ripercorreva una tradizione nata addirittura nel secolo precedente e trasmessa dagli anziani, memoria storica del paese.
Da alcuni anni il nostro pensiero era rivolto a preparare al meglio il pellegrinaggio di quest’anno, non sono nel nostro stile le grandi celebrazioni, ma doveva rimanere un segno indelebile anche perché arrivare ad un cinquantesimo non è facile per nessun tipo di attività, tanto meno per un cammino con meta un Santuario in tempi di “crisi spirituale”. Fra le varie idee alla fine abbiamo fatto delle scelte a 360° con l’aiuto di offerte fatte negli anni dai pellegrini partecipanti e da sconti ottenuti da chi ci ospita lungo il percorso. Abbiamo quindi regalato uno scalda collo con la stampa del percorso ai partecipanti a piedi in ricordo dell’inconsueto freddo patito in più di un’occasione negli ultimi anni , (gradito regalo anche per una coppia di Monaco di Baviera, incontrati lungo il percorso, che stavano percorrendo a tappe, negli anni, la strada che li porterà a Roma), abbiamo realizzato una spilla celebrativa donata a tutti i pellegrini e ai gestori di rifugi e alberghi che ci hanno ospitato e non è mancata la possibilità di aiutare la nostra parrocchia occupandoci di sostenere alcune piccole spese per il risparmio energetico e per alcune migliorie nella nostra già splendida chiesa parrocchiale.
Senza alcun dubbio però l’iniziativa più coinvolgente, emozionante e ricca di “spirito del pellegrinaggio” è stata riproporre, dopo dieci anni, la raccolta, attraverso buste chiuse precedentemente distribuite in tutte le chiese dell’unità pastorale, di tutte le attese, i pensieri, le preoccupazioni, i ringraziamenti… Particolarmente forte è poi l’esperienza di portarle, un po’ uno un po’ l’altro, nel proprio zaino fino al Santuario, dove due pellegrini le hanno deposte ai piedi dell’altare. Per l’occasione abbiamo voluto però riportare un segno, per così dire, di risposta nella nostra parrocchia , un piccolo quadretto raffigurante la statua della Madonna venerata al Santuario, il più economico sempre per coerenza con lo stile del nostro pellegrinaggio, che abbiamo appeso l’8 Settembre,dopo la S.Messa della natività della B.V. Maria, a lato dell’altare a Lei dedicato nella nostra chiesa parrocchiale, alla presenza puramente casuale di alcuni pellegrini storici e con la gradita benedizione di Don Dino Ruaro, di rientro dalla sua missione in Congo, che aveva anche concelebrato al Santuario della Madonna della Corona.
Una grande novità è stata rappresentata dal fatto di aver dato la possibilità di percorrere, i circa 70 km del cammino, anche in 4 giorni, dividendo così le tappe del percorso da Monte Magrè a Recoaro il giovedì, poi affrontando un grande dislivello il venerdì per arrivare al rifugio Pertica, dove siamo stati accolti benissimo per il pernottamento. Partenza il sabato mattina anticipando di un paio d’ore l’arrivo al rifugio Podestaria dove il gruppo di pellegrini si è compattato nei suoi 58 partecipanti. Non da poco, per non dire “da brividi”, la presenza di una coppia che aveva partecipato anche al primo cammino nel lontano1974, li abbiamo festeggiati e loro ci hanno veramente dato un esempio di cammino di vita insieme.
L’ impegno organizzativo per aggiungere un giorno non è stato da poco ma l’intento di dare la possibilità di partecipare anche ai meno aitanti o meno convinti di potercela fare, perché ci vuole anche una certa forza psicologica, era il nostro obbiettivo, quindi 12 pellegrini sono partiti il giovedì nel primo pomeriggio, 28 il venerdì in tarda mattinata e gli ultimi 18 il sabato mattina dal rifugio Cesare Battisti per unirsi, come detto, al rifugio Podestaria per il pranzo del sabato e poi proseguire tutti assieme. Grande festa il sabato sera all’albergo Ombra con la famiglia Morandini che da più generazioni gestisce il locale e ci accoglie sempre con grande affetto.
Sempre emozionante l’incontro con i partecipanti in corriera a Brentino, ai piedi del sentiero che si inerpica al Santuario, che hanno composto il gruppo dei 105 pellegrini presenti alla S.Messa delle 12:00 al Santuario, celebrazione colorata di magliette grigie e fazzolettoni gialli di grande impatto per tutti i presenti. Non abbiamo compreso la decisione del rettore del Santuario di non lasciare la celebrazione nelle mani della nostra guida spirituale Don Luigi Bonollo, ma di condurla di persona. Di fronte ad una ricorrenza come un cinquantesimo, tra l’altro del gruppo più longevo quindi primo gruppo a raggiungere questo “traguardo”, ci aspettavamo un’accoglienza diversa.
Rimane comunque forte il nostro impegno futuro per riportare al Santuario della Madonna della Corona vecchi e nuovi pellegrini, anzi alcuni di noi organizzatori, che avrebbero potuto sentirsi appagati per quanto fatto finora, continueranno a promuovere questo cammino perché ogni anno riceviamo un qualcosa in più per la nostra crescita personale e spesso la riceviamo rimanendo in fondo al gruppo con i pellegrini più in difficoltà, con le persone che magari hanno meno prestanza fisica ma grandi motivazioni, che ci coinvolgono e ci rendono partecipi, confermandoci l’idea che aver accompagnato queste persone in una grande esperienza personale li può aver resi felici e a volte li può aver riacceso la speranza.
Rileggendo il regolamento e lo spirito del pellegrinaggio da decenni scritto nero su bianco come impresso per non essere sminuito, ci rendiamo conto di aver scritto concetti semplici ma fondamentali che ancora condividiamo a pieno. Insistiamo sempre molto sul fatto che i pellegrini devono sentire proprio lo “spirito del pellegrinaggio”ed abbiamo invitato anche a non iscriversi se non si ha intenzione di calarsi per qualche giorno nella nostra realtà. Questo senza dubbio è il principale motivo di discussione quando si tirano le somme a cammino concluso, lo spirito che deve avere il nostro pellegrinaggio è imprescindibile da tutto e da tutti, questo è il semplice segreto che ci ha portati a cinquant’anni di storia, questa è la nostra storia, riscritta ogni anno, per rimanere nella storia.
Gli organizzatori
Daniele Davide Eddi Gianni Luca Marco Umberto
montemagre.madonnadellacorona@gmail.com maggiori informazioni ...
|
|
| 49^ PELLEGRINAGGIO - martedì 20 settembre 2022
|
|
| 48° PELLEGRINAGGIO MONTE MAGRE’-MADONNA DELLA CORONA “COSE MAI VISTE!” - mercoledì 22 settembre 2021
Nei giorni 27-28-29 Agosto si è tornati alla “normalità”, ancora in piena pandemia, abbiamo deciso di prendersi un po di normalità appunto organizzando il nostro tradizionale pellegrinaggio, come negli anni post-pandemia, pur avendo cura di rispettare le normative ed i protocolli vigenti, infatti abbiamo richiesto ai partecipanti il famoso green-pass o un tampone effettuato nelle 48 ore precedenti la partenza così da creare una “bolla” sicura fra i pellegrini che hanno dovuto comunque rispettare le norme, lungo il percorso, nei vari ambienti con cui siamo venuti a contatto. Abbiamo notato una gran voglia di tornare a camminare verso il noto Santuario da parte dei 41 partecipanti fra cui 4 “esordienti” rimasti tutti entusiasti e smaniosi di ritornare il prossimo anno. Fra di loro un giovane, fra i non molti, si sentiva particolarmente spaesato ma con il passare delle ore è stato positivamente coinvolto dagli altri giovanotti e non… il suo pensiero è quello di tornare anche l’anno prossimo e noi lo abbiamo stimolato a partecipare anche con degli amici perché è si impegnativo dire ai propri conoscenti “vado via tre giorni in cui farò più di 70 km a piedi per fare un pellegrinaggio”, può creare imbarazzo o addirittura vergogna, ma è anche un segno di maturità e di coraggio, il diverso non è di moda ma può “spaccare”! Ormai in molti sanno che il nostro è un pellegrinaggio per così dire “soft” in cui chiediamo allegria, fratellanza e anche qualche barzelletta, ma nei momenti di riflessione non deve volare una mosca, quindi lasciamo quasi tutto il tempo ai pellegrini per socializzare e per camminare in silenzio, nei lunghi tratti magari noiosi del percorso, in cui ognuno può donare la propria fatica per ringraziare anche del poco ricevuto nell’ultimo anno trascorso e per prepararsi le parole giuste per chiedere una grazia a Maria quando si troverà nel Suo Santuario. Le riflessioni preparate dalla nostra guida spirituale, Don Luigi Bonollo, hanno seguito il cammino di Abramo che inizia così un triduo che ci porterà al 50° anniversario del pellegrinaggio nel 2023. Il prossimo anno seguiremo il cammino di Mosè per concludere il triduo con la vita di Maria dal suo “eccomi sono la serva del Signore…” allo straziante momento in cui tiene,accasciata, appoggiato alle sue ginocchia il corpo esanime del suo figlio Gesù, proprio come la vediamo rappresentata sopra l’altare maggiore del Santuario e con la corona sul capo. Don Luigi Bonollo non ha potuto accompagnarci in quanto Domenica 29 Agosto ha dovuto presenziare all’insediamento del nuovo vescovo della sua nuova diocesi, nata dalla “fusione” della sua diocesi di Foligno con la diocesi di Assisi, a cui ha collaborato negli ultimi 18 mesi circa per il buon esito. Su questo abbiamo riflettuto anche noi pellegrini, ormai abituati alle unità pastorali ma non ancora all’unione fra diocesi, per cui abbiamo chiesto più coraggio nell’accettare le vocazioni che spingono dentro di noi. Ma perché leggete nel titolo “cose mai viste”? Perché non avevamo ”mai visto” un camion incastrarsi in una curva a gomito, poco prima dell’arrivo a Recoaro Terme, con un dirupo a valle e una parete di roccia a monte che non ci permetteva in alcun modo di proseguire, quindi sosta obbligata! Pensiamo di non aver ”mai visto” un gruppo di pellegrini così coeso e pronto nell’aiutarsi soprattutto nella giornata di sabato in cui abbiamo dovuto affrontare la pioggia iniziale ed un freddo “mai visto” prima. La giornata così incerta e burrascosa ci ha risparmiato la pioggia, un vero toccasana per i tre, oltre ad un giovane accompagnatore, che partiti la notte per raggiungere il rifugio Cesare Battisti, punto di partenza del sabato, sono arrivati inzuppati causa la pioggia caduta dalle 4 del mattino… allo stesso tempo ci ha riservato dei panorami in lontananza che non avevamo “mai visto” prima in decenni di cammino. Non abbiamo “mai visto” prima improvvisare dei guanti con i calzini di ricambio messi nello zaino, come non abbiamo “mai visto” prima indossare tutto quello che si aveva appresso, anche indumenti prestati da altri pellegrini, compreso il poncho anche se non pioveva, per ripararsi dal freddo inaspettato. Non abbiamo “mai visto” i gestori dell’albergo e ristorante, che frequentiamo solitamente, così affranti dalla situazione attuale, i 64 pellegrini che hanno pranzato la domenica hanno rappresentato il gruppo più numeroso degli ultimi due anni per il ristorante! Con tono più leggero dobbiamo dire che non avevamo “mai visto” sui banchi del Santuario una busta per un’offerta straordinaria, sapevamo delle difficoltà economiche della nostra unità pastorale ma non pensavamo che anche il Santuario avesse particolari necessità, nonostante l’inevitabile calo delle presenze. Poi un seminarista, al termine della S.Messa, ha illustrato, ai fedeli presenti, alcuni progetti di ristrutturazione e restauro per cui necessitano offerte straordinarie, il tutto nell’ambito dell’anno giubilare indetto dal 19 Settembre 2021 al 18 Settembre 2022, per celebrare i 500 anni di storia del Santuario che inizia dal 24 Giugno 1522 giorno in cui, la statuetta della Madonna della Corona, venne traslata, per intervento angelico, dall’isola di Rodi, invasa dall’armata mussulmana di Solimano II, e portata su una balza del monte Baldo. Anche noi pellegrini di Monte Magrè cercheremo di partecipare, in questa occasione, con un’offerta simbolica. Forse non abbiamo “mai visto” occhi così lucidi di persone che ci hanno chiesto di ricordarci di loro al nostro arrivo al Santuario, lungo le strade, dalla nostra partenza da Monte Magrè al suono delle campane, il venerdì mattina. Cari amici, credeteci, è un’esperienza da fare, da chi ne ha le forze anche per chi non le ha, noi dobbiamo sentirci dei “mandati” da quanti vogliono ringraziare e da quanti vivono di speranze. Non pensiamo che sia un’esperienza da fare una volta nella vita, per poter aggiungerla alla bacheca delle nostre conquiste, basti pensare che, fra i pellegrini-camminatori di quest’anno, c’erano tre persone che avevano fatto questo cammino alla prima occasione, nel 1974!
Gli organizzatori
Daniele, Davide, Eddi, Gianni, Luca, Marco e Umberto
|
|
| 47° PELLEGRINAGGIO MONTE MAGRE’- MADONNA DELLA CORONA: “La tradizione continua”. - lunedì 21 settembre 2020
Ogni pellegrinaggio ha una storia a sé ma nessuno avrebbe mai pensato di scrivere la storia di quest’anno. Pensiamo che nemmeno il più grande organizzatore di eventi avrebbe mai considerato una pandemia e quindi un blocco dell’evento, e di fronte a tale situazione trovare una soluzione per poter almeno dare continuità al nostro storico pellegrinaggio non era facile, dovendo considerare le varie restrizioni e i protocolli. La strada più facilmente percorribile era quella di restarcene a casa ed evitare la fatica ma non volevamo interrompere questa grande tradizione per la nostra comunità, inoltre “mamma Maria” ci aspettava nel più ardito dei santuari d’Italia. Dopo un’attenta valutazione dei protocolli da rispettare sembrava pure fattibile riportare un gruppo numeroso di pellegrini al Santuario, ma la responsabilità da assumersi in caso di eventuali contagi, anche solo da imputare alla sfortuna, era enorme e sconsigliata, quindi abbiamo abbandonato l’idea del pellegrinaggio di gruppo optando per un cammino “privato” ristretto a noi organizzatori con i nostri famigliari che se la sentivano di compiere gli oltre 70 km di cammino, inoltre abbiamo invitato alcune persone che partecipano abitualmente al pellegrinaggio e che hanno sempre dato massima disponibilità nell’aiutarci in caso di necessità. Così facendo ci siamo ritrovati in 14 pellegrini, sufficienti a rappresentare le tre parrocchie della nostra unità pastorale. Uniti al gruppetto anche le tre persone che ci hanno seguiti con due pulmini per riportarci a casa a fine “avventura”, visto la mancanza dei pullman di pellegrini che solitamente raggiungono il Santuario la domenica mattina, inoltre la nostra guida spirituale, Don Luigi Bonollo , ci ha seguito in auto, dov’era possibile, accompagnato da Angelo e Bruna Ruaro, pellegrini storici. Don Luigi ha dovuto “cedere il passo” a causa dell’obbligata scarsa preparazione fisica dovuta agli innumerevoli impegni nella sua unità pastorale in Umbria, accentuati dal fatto che la sua diocesi di Foligno è stata privata del vescovo e alcuni sacerdoti hanno dovuto sopperire alla sua mancanza oltre che a preparare il terreno per la futura “fusione” delle diocesi di Assisi e Foligno. I tre giorni di cammino sono stati caratterizzati dal maltempo, a partire dal venerdì sera, durante la salita al rifugio Cesare Battisti, per poi avere il sopravvento il sabato pomeriggio con un forte e pericoloso temporale che ci ha costretti a salire nei pulmini che ci hanno mantenuti al riparo anche al mattino fino ai piedi del “sentiero del pellegrino” che conduce al Santuario. Giunti a questo punto abbiamo deciso di salire la lunga scalinata nonostante la pioggia persistente e dopo un’ora di cammino, tutti in gruppo, la pioggia ha smesso proprio sotto al Santuario e un raggio di sole lo ha illuminato, appeso alle rocce. Le emozioni non mancano mai… eravamo in pochi ma un bellissimo gruppo di amici e vi assicuriamo che c’eravate anche voi!
Gli organizzatori
Daniele, Davide, Eddi, Gianni, Luca, Marco e Umberto
|
|
| 46° Pellegrinaggio Monte Magrè- Madonna della Corona: uno di noi - venerdì 20 settembre 2019Stiamo per raccontarvi come si è svolto e le emozioni trasmesse dal pellegrinaggio di quest’anno, sempre diverso, anche se sembra poco credibile, ma è proprio questo che lo rende unico soprattutto perché è sempre diverso nei rapporti che si creano fra le persone; quindi il percorso rimane in genere sempre lo stesso, salvo improvvisazioni comunque sconsigliate di alcuni partecipanti e il Santuario mantiene il suo fascino e crea il giusto clima per far scendere ancora qualche lacrima sui volti dei pellegrini, provati dalla fatica e dall’intensità di tre giorni vissuti assieme.
Anche quest’anno abbiamo seguito una traccia spirituale impostata dalla nostra guida Don Luigi Bonollo che ha potuto essere presente ed a celebrare la S.Messa al Santuario iniziando con la frase “voi tutti che avete raggiunto in vario modo oggi questo Santuario siete furbi…”. Da quest’anno e per i prossimi rifletteremo sui grandi cammini descritti nella Bibbia ed abbiamo iniziato leggendo, nei vari momenti di riflessione durante il cammino, alcune righe concrete che introducevano a dei brani tratti dal libro della Genesi seguiti da una sola Ave Maria ma “fatta bene”, come ci eravamo prefissi di fare già dall’incontro pre-partenza del giovedì sera, dove abbiamo ricordato che si tratta di un pellegrinaggio “leggero” sotto il profilo dell’intensità della preghiera ma che quando arrivava il momento doveva essere “fatta bene” e questo ha portato a dei momenti particolarmente intensi come dopo il pranzo al rifugio Podestaria, nella chiesetta adiacente, dove ci siamo scambiati una benedizione, su suggerimento di alcuni partecipanti, segnandoci la fronte l’un l’altro con il segno della croce e dicendoci “io ti benedico e che tu possa benedire le persone che incontri”. Un momento di un’intensità incredibile, mai provato, vedere la chiesetta gremita fino fuori dalla porta d’ingresso e tutti che si scambiavano questa benedizione laica che ci ha proiettato verso quello che sarà il futuro della chiesa cattolica.
Un’ora e mezza dopo ci siamo riuniti davanti al capitello nei pressi di malga Lessinia dove abbiamo concluso con il canto “Signore delle cime”, scolpito su di una lastra di marmo fissata all’interno del capitello e, dopo la nota finale, si sono incrociati i nostri sguardi e un sorriso vicendevole ha avviato un applauso di compiacimento… momenti speciali…
Un grande gruppo, sempre numeroso con i suoi 59 pellegrini a piedi ed oltre 110 presenti al Santuario, con le sue criticità ma composto anche da persone con una grande umanità, simpatia, coraggio e spirito di sacrificio ispirato da grandi motivazioni personali e queste sono le persone che solitamente faticano e sudano di più, ma che ti danno la convinzione di organizzare un “evento” al di sopra della normalità e da riproporre senza darsi una meta, ma bensì preoccupandosi che continui anche dopo di noi. Fra i pellegrini presenti quasi ogni anno, ci sono persone che veramente potremmo considerare dei veri amici, persone affidabili a cui si può chiedere un aiuto nelle varie situazioni che si possono creare.
Quest’anno vista la mancanza dei fratelli Luca e Davide Scapin, che hanno organizzato ma non hanno potuto essere presenti nei giorni del pellegrinaggio, ci siamo trovati in una situazione precaria per poter gestire al meglio un gruppo così numeroso in soli tre organizzatori a piedi, vista la necessità di averne due che si dedicano al servizio assistenza, e così abbiamo pensato di chiedere aiuto ad un pellegrino che conosciamo da tempo e che ci ispirava fiducia. Sarà fortuna o chissà che ma abbiamo fatto centro, prima di tutto raccogliendo subito la sua generosa disponibilità, e poi ottenendo un servizio impeccabile. Ma quale servizio? Il peggiore che si possa chiedere… il cosiddetto “servizio scopa”!!!
Per questo motivo Fabio, della parrocchia di Cà Trenta, merita con il suo impegno di dare il titolo a questo articolo e di considerarsi a tutti gli effetti, almeno per quest’anno, “uno di noi” ! Sua moglie Francesca ed il figlio Matteo, anch’essi camminatori e pellegrini esemplari, possono essere orgogliosi di lui anche se rimangono gli sguardi preoccupati di Francesca, rivolti all’indietro, verso chi non si sa quando arriverà…
Rimanere a sostegno degli ultimi può comportare qualche svantaggio, come trovarsi nel bel mezzo di un temporale a poche centinaia di metri dal rifugio Podestaria, dove pranziamo il sabato, ed arrivare inzuppati trovandosi poi di fronte la maggioranza dei pellegrini, compagni di viaggio, belli asciutti… alla sera nel dopo cena abbiamo comunque ringraziato i volontari che hanno preso la pioggia a nome di tutti proprio all’insegna del pellegrinaggio di gruppo e non di ogni singolo pellegrino come insistiamo nel presentarlo. Il pranzo è stato comunque un bellissimo momento, molto famigliare, un pò stretti per evitare le gocce d’acqua che penetravano dalle giunture del tendone, ci siamo sentiti più uniti e allegri sotto un diluvio preoccupante. Anche l’ennesima dimostrazione di adattamento in primis degli organizzatori che hanno svolto il servizio di assistenza, Marco e Gianni, che hanno mangiato in piedi un buon minestrone d’orzo, confermano i principi ed i valori che valorizzano nel tempo questo nostro pellegrinaggio. Il manto di Maria che ci proteggeva o la sorte, per alcuni, ha fatto si che abbia smesso di piovere proprio nel momento in cui era prevista la ripartenza. Poi via tutto liscio fino all’incontro con i pellegrini giunti in corriera ai piedi della scalinata che porta al Santuario, sempre molto impegnativa, con lo sventolio dei nostri fazzolettoni a sugellare l’incontro con i nostri cari dopo due giorni di duro cammino. Rimane una consuetudine raccogliere lungo il cammino le monetine di chi ci incarica di accendere una candela al Santuario o chi ci chiede di recitargli un Ave Maria, cosa che responsabilizza il singolo pellegrino che riceve la richiesta, ma che non gli sarà di peso, perché vogliamo che sia un pellegrinaggio di gruppo proprio per spartirci il peso dei nostri fardelli, per renderlo più sopportabile a chi cammina con grandi motivazioni e di conseguenza con fardelli veramente pesanti. Pellegrinaggio di gruppo significa anche girarsi all’indietro per vedere se qualcuno è in difficoltà e impiegare la propria forza fisica per sostenere gli stessi.
Abbiamo già iniziato a gettare le basi per il prossimo pellegrinaggio che si svolgerà nei giorni 28-29-30 Agosto 2020; non aspettatevi che programmeremo particolari novità perché queste le porteranno gli stessi partecipanti, per renderlo nuovamente unico.
Speriamo che il rettore del Santuario possa raccontarci di un’inversione di tendenza con un aumento dei gruppi organizzati che raggiungeranno il più ardito dei santuari d’Italia. Noi continueremo con la nostra tradizione che ci ha portato a diventare il gruppo più longevo che si reca a piedi fino al Santuario della Madonna della Corona.
Non esitate a contattarci all’indirizzo mail: montemagre.madonnadellacorona@gmail.com per avere tutte le informazioni necessarie perché sappiate che a metà del mese di giugno si apriranno le iscrizioni e i posti disponibili per partecipare a piedi finiranno in breve tempo.
Un grazie a tutti quanti ci hanno sostenuto, incoraggiato e a tutti quanti, sentite le campane suonare a festa alla nostra partenza, sono usciti di casa per salutarci, un grazie a chi abbiamo incrociato in auto e ci ha augurato un buon cammino anche con un semplice suono di clacson, tra loro abbiamo riconosciuto anche qualche pellegrino di un tempo… basta una volta per rimanere pellegrini per sempre.
Gli organizzatori Daniele Davide Eddi Gianni Luca Marco Umberto
|
|
| 45° Pellegrinaggio Monte Magrè- Madonna della Corona: altro traguardo raggiunto - domenica 16 settembre 2018Il 24-25-26 Agosto scorso si è svolto, per la quarantacinquesima volta, il nostro storico pellegrinaggio a piedi al Santuario della Madonna della Corona a Spiazzi, nel veronese, sul monte Baldo, raggiungendo così un traguardo storico con la prospettiva di chissà quanti altri traguardi, che coinvolgono comunque tutta la nostra comunità.
Solitamente noi organizzatori cerchiamo di lasciare un segno particolare in occasione degli anniversari più importanti, in genere qualche oggettino ricordo, ma quest’anno, oltre a scegliere la chiesa di Cà Trenta per l’incontro preparatorio del giovedì come benvenuto nella nostra unità pastorale, abbiamo deciso di cambiare rotta e di lasciare come ricordo un segno concreto di cui ne possa godere tutta la nostra comunità. Negli ultimi quattro anni le nostre riflessioni, durante il cammino, erano legate alla grande guerra del 1915-1918 ed era consuetudine fare una prima sosta subito dopo la partenza al monumento ai caduti, nella nostra piazza, per un primo omaggio ai caduti di Monte Magrè ed alcune riflessioni sul loro sacrificio.
Lo scorso anno ci eravamo impegnati economicamente nella realizzazione dei tre leggii della nostra chiesa parrocchiale, anche se il lavoro di volontariato era stato messo in campo da un esperto falegname e dal nostro buon Donato Sella a cui ci siamo rivolti per avere indicazioni su cosa potevamo fare ancora… la lista presentataci si è rivelata piuttosto lunga, segno che la nostra parrocchia e il nostro paese in generale è in sofferenza…
Non ci siamo spaventati e la scelga più logica ci sembrava legata alla necessità di riqualificare il monumento ai caduti, niente di meglio visto che da anni stavamo valorizzando il ricordo della grande guerra, che avrebbe raggiunto il suo culmine quest’anno nel centenario.
Personalmente ero indeciso per il fatto che dovevamo affrontare un lavoro impegnativo e legato a questioni burocratiche-storiche, che potevano legarci le mani, come spesso succede nella nostra amata Italia, ma fermandomi ad osservare più attentamente un monumento che si trova li dal 1956 e che forse oltrepassiamo un po’ tutti con leggerezza, ho notato questi nomi di un tempo, che mi avevano sempre dato l’impressione di appartenere a persone anziane con i capelli grigi, magari spettinati, ed invece sono nomi di giovani ventenni e questo mi ha portato a sostenere con vigore questa iniziativa di riqualificazione del monumento ma principalmente di riqualificazione del sacrificio di questi giovani, partiti perché si doveva partire e strappati per sempre agli affetti delle loro famiglie.
Tutti noi organizzatori, che considero un gruppo fantastico, abbiamo detto il nostro si ed ora ne vediamo il risultato che speriamo rimanga indelebile e non si adagi nuovamente nella nostra quotidianità. Noi abbiamo messo il nostro lavoro di volontariato aiutati in modo particolare da Alessandra Sella con la sua professionalità, in quanto restauratrice, e la fornitura gratuita dei materiali adatti. Tutto questo non ci sorprende in quanto figlia della nostra presidente dell’associazione A.M.M.A. nonché a sua volta ex presidente dell’associazione e quindi persona “informata sui fatti”, sulle necessità di “fare gruppo” per sostenere il nostro amato paese, nella speranza che si uniscano a noi anche i nuovi residenti, che provengono da altre realtà, magari meno calorose di un piccolo paesino di collina. Non di meno l’apporto fornitoci da Massimo Smiderle con la sua esperienza di giardinaggio, i suoi consigli e perché no la forza delle sue braccia! Infine la splendida Sonia Filippi, chiamata all’ultimo per aiutarci con la sua mano fine per ripassare degnamente i nomi dei caduti sul monumento e da cui ci si sarebbe aspettato un comprensibile “no”, invece è partita in quarta aiutandoci a finire per tempo e non solo, “strappandoci” anche il lavoro di pulitura del cippo ricordo posto in contrà Gecchelini, lavoro che abbiamo comunque ceduto senza alcun risentimento… Con il materiale avanzato abbiamo anche un po’ abbellito il sasso-monumento dedicato agli alpini situato nel campo sportivo dove troviamo affissa un targa ricordo del compianto Bruno Tomasi, che ricordiamo quest’anno nel decimo anniversario con l’ennesimo Grazie maiuscolo. Il tutto, come possiamo immaginare, ha un costo che verrà coperto per 500 euro dal gruppo alpini di Monte Magrè ora unitosi al gruppo di Schio, per una cifra prevista attorno ai 300 euro versata come contributo dal comune di Schio, da un’offerta di 200 euro di un residente, che merita un capitolo a parte con tutte le altre persone che ci hanno dimostrato il loro affetto, ed i rimanenti 100-200 euro circa, in base al contributo comunale, coperti dall’associazione A.M.M.A. grazie al contributo dei pellegrini nella loro totalità in 45 anni di storia.
Quest’anno il pellegrinaggio si è svolto all’insegna dell’incertezza e della preoccupazione per le previsioni meteo che hanno scoraggiato alcuni degli iscritti, anche per influenze dell’ultimo momento dovute agli sbalzi di temperatura fuori stagione, portando i partecipanti da 57 a 49 nonostante fossero state iscritte anche alcune “riserve” rimaste in stand-by causa il numero chiuso adottato in queste due ultime edizioni. Alla partenza è stata come sempre molto gradita la benedizione e la riflessione iniziale del nostro parroco Don Luigino Perin a cui avevo chiesto, con sincera preoccupazione, delle condizioni di salute di Don Gianantonio Allegri. Avendo triste conferma di una situazione alquanto grave, promisi di portare nel mio fardello anche il suo ricordo che ora spero lo abbia aiutato nel passaggio alla vita in cui lui e noi cristiani crediamo. Mi resterà per sempre il ricordo del lavoro fatto insieme a tanti altri per far nascere la nostra unità pastorale, la sua frattura cadendo dalle scale della canonica perché era sempre di corsa per adempiere al meglio il suo servizio, le veglie di preghiera nei giorni del suo rapimento dalla sua missione in Africa e i complimenti che gli feci per il suo bellissimo indirizzo mail: “toni allegri” con cui vorrei comunque continuare questo scritto.
Si è trattato di un gruppo di pellegrini molto omogeneo, abituati al cammino con persone generose verso gli altri e altre dotate di particolare simpatia. Alcune ore di pioggia hanno turbato il cammino costringendoci a numerosi cambiamenti di programma riguardo alle soste e al percorso, evitando scorciatoie viscide e quindi più pericolose. Nonostante tutto ci consideriamo comunque fortunati in quanto la pioggia è stata benevola, risparmiandoci forti acquazzoni di giorno, riservandoli alla nottata di venerdì e di sabato, con l’aggiunta “dell’ingrediente vento”, che faceva vibrare i serramenti dell’albergo a Fosse di Sant’Anna d’Alfaedo, invano puntellati con zaini e valige, fino a cedere comunque al sonno per la stanchezza. Venerdì notte il temporale ha risparmiato noi, appisolati nelle brande del rifugio Cesare Battisti ma non i due pellegrini partiti di notte per raggiungerci al mattino al rifugio, Eirem e Giancarlo, a cui non è bastata, in certi momenti, la torcia frontale per vedere la via da seguire ed hanno dovuto accendere anche la torcia di riserva nonché, in località Storti a Recoaro, si sono dovuti riparare appoggiandosi ad una abitazione, vedendo sfrecciare la pioggia ai lati, quasi orizzontalmente. Ripercorrendo questi tre giorni insieme abbiamo notato quest’anno una particolare e affettuosa accoglienza nei nostri confronti, come al solito dalla famiglia Ruaro in contrà Gecchelini, a Rovegliana, dove hanno aspettato di pulire la chiesa per un matrimonio del giorno dopo, lasciandoci entrare bagnati e con le scarpe sporche, regalandoci caramelle e suonandoci le campane, inoltre è arrivata la futura sposa a cui abbiamo chiesto se potevamo ricordarla con il suo futuro marito al Santuario e ci ha risposto con un si pieno di entusiasmo. L’accoglienza della pasticceria in centro a Recoaro, che da decenni ci regala il dolce per la sera, che abbiamo scelto per l’ultima sosta del venerdì prima della lunga salita nonché il sorriso dei gestori del rifugio Podestaria, che visto il maltempo, hanno preparato per il pranzo all’interno accendendo stufa e caminetto, permettendoci così di asciugarci un po’ e per finire l’accoglienza del rettore del Santuario che trovandosi di fronte dei laici, al posto della nostra consueta guida spirituale, ci ha dato piena disponibilità e fatti sentire proprio a nostro agio. Don Luigi Bonollo, infatti, quest’anno era assente per i pressanti impegni nella sua unità pastorale in Umbria, che comunque ringraziamo per averci spedito una linea guida di riflessioni. Tutti i 97 pellegrini presenti al Santuario, arrivati anche in pullman la domenica, hanno potuto godersi l’eccezionalità della foto di gruppo voluta dal rettore all’interno del particolarissimo Santuario della Madonna della Corona scavato nella roccia.
Nel bellissimo quadro che rappresenta questo nostro pellegrinaggio c’è uno schizzo nero che lo rovina e lo rende meno prezioso, questo schizzo nero lo spruzza da diversi anni il “gestore” del rifugio Cesare Battisti a Recoaro dove non siamo ben accolti e dove subiamo anche in modo particolarmente pesante. Non presenteremo lamentele ufficiali, ma visto che il C.A.I. della vallata dell’Agno è già abbondantemente a conoscenza della situazione, ci auguriamo che possa intervenire quantomeno non rinnovando il contratto, presumo decennale, di gestione del rifugio all’attuale “gestore”, augurandogli comunque di trovarsi subito un altro lavoro magari a lui più consono.
Concludo ringraziando di cuore a nome di tutti gli organizzatori Nicola Sella, non solo per la stima che ho di lui come fratello, ma per il suo impegno in almeno 26 anni come organizzatore del pellegrinaggio, una decina partecipando a piedi, i rimanenti dedicandosi al servizio con il furgone dell’assistenza sempre preciso, puntuale, assicurando sicurezza agli altri organizzatori nei compiti assegnategli. Esce dall’organizzazione, rimanendo sicuramente un nostro sostenitore, facendo da precursore al programmato “svecchiamento” del gruppo organizzatori pensato per dopo il 50° anniversario, quindi per altri cinque anni speriamo di rimanere questo bel gruppo composto da Daniele, Davide, Gianni, Luca, Marco, Umberto e chi vi scrive a nome di tutti ovvero Eddi.
Un arrivederci a tutti e parlate di noi a chi incontrate!!!
|
|
| Alla Madonna della Corona per 44 volte - giovedì 11 gennaio 2018
Il pellegrinaggio ha aggiunto un'altra preziosa tessera al mosaico di edizioni che oramai fanno la storia di questo annuale evento di fede.
Lungo il percorso non ci sono mancati i soliti incontri, la solite fatiche, il caldo che si è fatto sentire fino alla fine del mese di agosto e che ci ha provato non poco.
Anche al santuario abbiamo ritrovato gli amici di Altissimo, di Chiampo, la parrocchia di San Giuseppe fuori le mura di Verona e don Pietro il rettore, sempre affabile e accogliente. Ottimi presupposti per il 45°.
La benedizione di don Luigino alla partenza e la sua graditissima presenza alla Messa delle 12:00 ha dato il 'tocco prezioso' che renderà unica e da ricordare sempre questa edizione. E' stata proprio la sua presenza ad aprire uno squarcio di orizzonte nuovo nel nostro cammino e probabilmente anche per il futuro del pellegrinaggio.
Il parroco ha infatti ricordato che da settembre alla Unità Pastorale di Magrè - Monte Magrè si sarebbe aggiunta la comunità di Ca' Trenta per arrivare ad un numero di circa undicimila abitanti. Non sarà immediato trovare l'equilibrio tra ogni singola parrocchia che non vorrà e non dovrà perdere la propria identità e il camminare insieme che l'Unità Pastorale richiede.
I gli apostoli Filippo e Giacomo, i martiri Leonzio e Carpoforo, e il papa San Pio X avranno un bel da fare per tenere unite persone, tradizioni, parentele, affinché nulla manchi al bel volto del Cristo Risorto che vuole essere sempre e comunque la Chiesa, come ha ben detto e ricordato don Luigino salutando i pellegrini al santuario.
E allora da paesano 'all'estero' mi viene da pensare: vuoi vedere che il primo e non piccolo segno del camminare insieme è proprio il pellegrinaggio alla Madonna della Corona ? Vuoi vedere che i pellegrini di questi 44 anni hanno precorso i tempi ? Vuoi vedere che la preghiera del giovedì si può fare anche a Magrè o a Ca' Trenta e la partenza da Monte Magrè ? Vuoi vedere che chi ha sudato sul Plische e ha condiviso il vento della Lessinia sarà anche il primo a condividere le fatiche della Unità Pastorale ? Vuoi vedere che anche San Vito …
Beh senza allargarci troppo godiamoci i sogni e tiriamo su le maniche, pronti a trasformare le prevedibili difficoltà in opportunità che la vita ci offre.
Buon lavoro a tutti amici carissimi, discendenti dei Cimbri e della Repubblica Veneta e di una operosità mai stanca; non inventiamoci divisioni in tempi che esigono entusiasmo incrollabile e fede salda.
La protezione di Dio e l'intercessione della Madonna che andiamo a trovare ogni anno sul Monte Baldo non ci mancherà se avremo il cuore pronto ad accoglierle.
El prete Bonolo
|
|
| 43 volte alla Madonna della Corona - sabato 11 marzo 2017La storia del pellegrinaggio aggiunge un altro anno ai tanti che ci hanno visti presenti al Santuario di Spiazzi, nel veronese, nell'ultima domenica di agosto.
Ormai è chiaro a tutti che esserci non è più un merito, un'impresa, ma un dono; bello, grande, di amicizia e di fede, condivisa anche con persone 'mai viste' e subito conosciute e indimenticabili.
Alla partenza si è capito subito che nel 2016 il gruppo era 'de gamba bona', capace di macinare le tappe con disinvoltura e tenacia; con una sicurezza che non è solo dei propri mezzi e dell'allenamento ma anche del gruppo, delle 'ciacole' in compagnia, della responsabilità di portare ricordi, amicizie, preoccupazioni e preghiere sconosciute spesso, tante di sicuro.
Lo spirito del pellegrinaggio ha trovato quest'anno un bel riscontro nella Messa al santuario dove l'invito alla semplicità e all'umiltà del cammino nella vita corrisponde bene all'essere spalla a spalla sui boschi di Civillina, sull'asfalto di Recoaro, sui tornanti della Lora, sotto il sole della Lessinia e sugli scalini del santuario. I motto 'chi ha una grande idea di se stesso quella è l'unica grande idea che ha' ci ha riportati tutti alla saggia umiltà che è vera grandezza di vita.
Anche il ricordo della prima guerra mondiale ha accompagnato i nostri passi: ancora per due anni, se Dio vuole, ricorderemo lontani parenti che non sono tornati dalla tragedia di una guerra inutile come tutte, ma da ricordare come tutte; affinché tante giovani vite spezzate ci guidino su sentieri buoni, anche se ancora troppe volte sembra che la pace sia un dono poco apprezzato.
Il sorriso su qualche cappello bianco e ciabatte in libertà accompagnerà i prossimi mesi con pensiero riconoscente a chi ci fa transitare su strade sicure.
L'organizzazione cui va ancora una volta il plauso di tutti, è sempre combattuta tra il numero chiuso, chiedere pazienza per accogliere tutti e qualche misterioso ritiro che mette in difficoltà i conti; tutte cose superabili, ma sarebbe bello rendere smagliante un pellegrinaggio già splendente.
Al rettore del santuario sempre caramente accogliente va un ultimo saluto. Don Piero il 27 agosto 2017 saremo ancora alla Madonna della Corona ore 12:00. Spetane !!!
El prete Bonolo
|
|
| 42° pellegrinaggio Monte Magrè-Madonna della Corona - martedì 24 novembre 2015Eccoci giunti anche quest’anno al momento di tirare le somme e, a mente fredda, fare le dovute considerazioni su questo nostro cammino sempre più partecipato ed apprezzato nella sua unicità.
Un nuovo boom di partecipanti ha portato sulla via che conduce, attraverso i monti, al Santuario, 83 pellegrini che si sono aggiunti ai partecipanti in corriera e con mezzi propri, affollando la S. Messa con 141 pellegrini piacevolmente provenienti anche da molte parrocchie al di fuori della nostra unità pastorale. Questa massiccia presenza ha indubbiamente comportato un impegno maggiore sia durante il cammino, sia nei giorni precedenti per poter dare a tutti, com’è nostra consuetudine, la possibilità di partecipare. Nonostante ciò, per la prima volta, non abbiamo iscritto una persona che ci ha contattati poco prima della partenza da Monte Magrè, disponibile a partire il sabato mattina dal rifugio Cesare Battisti, ma non c’era proprio più posto oltre effettivamente a richiedercelo “fuori tempo massimo”.
Un numero così elevato di partecipanti ha comportato una maggiore attenzione in ogni piccola cosa oltre ad un lavoro supplementare nel gestire un secondo albergo per il pernottamento del sabato notte, con relativo servizio di “bus navetta”, in quanto gli alberghi erano a quasi 3 Km di distanza fra loro.
I pellegrini coinvolti in questo via vai hanno dimostrato un eccellente spirito di adattamento, collaborando ed accettando al meglio la situazione, seguendo ed interpretando alla lettera uno dei principi fondamentali del nostro pellegrinaggio. Non abbiamo raggiunto la perfezione e mai ci riusciremo, alcune sbavature ci hanno mantenuto nella categoria degli umani comunque ringraziamo tutti per i complimenti e le dimostrazioni d’affetto. Un ringraziamento particolare lo abbiamo rivolto, e lo rinnoviamo, a quel gruppetto di persone che molto spesso accettano di adattarsi a situazioni meno confortevoli; noi facciamo spesso riferimento a loro perché conosciamo la loro perenne disponibilità e sfacciatamente gli incastriamo quasi ogni anno, loro parteciperanno molto probabilmente anche il prossimo anno e noi prontamente continueremo a tartassarli senza ricompensarli … grazie ancora e vi auguriamo di aver avuto la vostra ricompensa al Santuario.
Senza dubbio la tendenza all’aumento dei pellegrini, in particolare a piedi, ci gratifica e ci interroga sulla necessità di porre un numero chiuso alle iscrizioni, anche se cercheremo di evitarlo in ogni modo. L’invito ad iscriversi quanto prima non sempre è recepito, iscriversi già a fine Giugno ci aiuterebbe molto oltre magari ad evitare particolari richieste di adattamento, da parte nostra, in quanto teniamo conto anche della data di iscrizione. Comunque i nuovi numeri da record raggiunti quest’anno dimostrano l’attaccamento a questo pellegrinaggio e confermano la bontà di quanto fatto finora comprese le scelte, a volte sofferte come, quest’anno, l’aver cambiato il ristorante storico per il pranzo della domenica, ma tutto è volto al miglioramento e a garantire un futuro sempre più roseo a questo pellegrinaggio rigenerante.
Il gruppo di camminatori di quest’anno era composto da un nutrito numero di veterani, da alcune persone che non partecipavano da tre o quattro lustri, piacevolmente sorprese dall’attuale atmosfera del cammino, ma anche da molti volti nuovi, grazie anche ad internet, oltre ad una sorprendente presenza di famiglie e di giovani a cui riserviamo degli sconti particolari, altra decisione coraggiosa presa, ormai molti anni fa, per impegnare i piccoli risparmi di gestione che solitamente venivano dati in beneficienza. L’aumento di partecipanti ha conseguentemente aumentato i risparmi di gestione al punto di poter continuare a sostenere le famiglie e i giovani che partecipano e quest’anno a fare anche un po’ di beneficienza.
Non dimentichiamoci comunque che perché tutto vada per il meglio c’è bisogno di un “gioco di squadra” tra organizzatori, partecipanti e guida spirituale, nel nostro caso Don Luigi Bonollo, persona carismatica e sempre molto apprezzata, valore aggiunto per il nostro pellegrinaggio.
I nostri ringraziamenti vanno anche al nostro parroco Don Luigino Perin per la sua presenza alla partenza e per la sua beneaugurante benedizione.
Ora riprenderanno i confronti fra noi organizzatori per trovare le soluzioni migliori ed eventuali cambiamenti per il futuro, senza pressioni particolari, vista la soddisfazione dei partecipanti che in gran parte hanno instaurato un rapporto particolare con noi, aiutati dalla condivisione della fatica, passo dopo passo.
Gli organizzatori Davide Eddi Gianni Luca Marco Nicola Umberto
montemagre.madonnadellacorona@gmail.com
|
|
| MdC 2014 - mercoledì 5 novembre 2014
41° PELLEGRINAGGIO MONTE MAGRE’-MADONNA DELLA CORONA : nel segno della continuità
Nei giorni 29-30-31 Agosto si è svolto il pellegrinaggio a piedi al Santuario della Madonna della Corona sul monte Baldo, definito il più ardito dei santuari d’Italia!
Partendo il venerdì alle 12:30 circa, dopo 22 ore di cammino distribuite anche nei giorni di sabato e domenica, comprese le soste brevi, si raggiunge il santuario dopo aver percorso circa 70 Km di un percorso misto, a tratti impegnativo, ma in gran parte composto di saliscendi con dislivelli non proibitivi. Sicuramente necessita un certo allenamento, ma abbiamo constatato nel tempo che le motivazioni giocano una parte molto importante nel trovare nuove energie per il proseguo del cammino, dopo magari un tratto dispendioso o l’affiorare di qualche acciacco tipo le fantomatiche vesciche …
Dopo l’anno dei record, rappresentato dal sentitissimo 40° anniversario, ci si aspettava un calo accentuato delle presenze e ci auguravamo l’ottimistica presenza di una cinquantina di pellegrini, invece, con grande soddisfazione, abbiamo raggiunto il numero di 60 pellegrini tondi tondi, partiti con la benedizione del nostro parroco Don Luigino Perin, a cui se ne sono aggiunti 50-52 fra partecipanti in pullman, in auto e la “carovana” organizzativa.
A questo punto, a livello organizzativo, dovremmo valutare questo innalzamento dell’asticella delle presenze medie, ma sinceramente siamo tutt’altro che preoccupati visto che siamo una squadra di sette organizzatori giovani e relativamente giovani, un “misto-giovane” insomma.
Ogni anno portiamo al santuario le nostre preoccupazioni, i nostri desideri, le nostre speranze per il futuro, ma soprattutto i nostri ringraziamenti per quanto ricevuto nell’anno trascorso e cosa ancora più importante ci facciamo carico di quanto siamo invitati a portare con noi da chi non può venire, per i più disparati motivi, da chi ha già vissuto questa esperienza del “cammino che non ti aspetti”, come l’abbiamo definito in passato, e che sente la nostalgia provocata da quel segno indelebile che gli è rimasto dentro. Se ci venisse chiesto “ma non diventa noioso andarci ogni anno?” la nostra probabile risposta sarebbe: “ora sono appena tornato e non ripartirei ma credo proprio che darei già il mio nome per l’anno prossimo perché, quando manca poco, risale l’adrenalina e sento di non voler farmi mancare questa esperienza veramente speciale”.
Per fare un esempio dell’attaccamento al nostro pellegrinaggio, quest’anno un nostro amico-pellegrino, che solitamente come altri sceglie di partire il sabato notte per compiere comunque l’intero percorso raggiungendoci al mattino al rifugio Cesare Battisti, si ritrovava da solo e quindi si prospettava la sua partenza dal rifugio il sabato mattina, ma un amico e una signora, entrambi pellegrini di vecchia data impossibilitati a partecipare, lo hanno accompagnato nei 23 Km in notturna regalandoci un’emozione nuova. Emozionante anche l’incontro con una persona che da alcuni anni non partecipa per motivi di salute, fortunatamente non gravi, e conseguente mancanza di allenamento, il quale chiedendomi com’era andata ha interrotto il mio racconto con un’espressione perentoria: “Basta!... Non posso più non venire!”.
Tanti momenti emozionanti ed anche avventurosi si sono susseguiti in 41 anni di cammino, a noi non resta che custodirli come un vero e proprio tesoro da donare alle generazioni future.
Il nostro compito di organizzatori rimane sempre quello di vigilare per poter migliorare i nostri tre giorni insieme, non solo negli agi dei momenti di riposo ma garantendo quell’armonia famigliare, quella fratellanza, quella solidarietà che il pellegrinaggio richiede, oltre che per poter conquistare chi vi partecipa.
Il pellegrino, infatti, solitamente diventa il nostro principale “sponsor”, in quanto porta la propria esperienza a conoscenza di molte altre persone, che diventano così dei potenziali nuovi pellegrini; in poche parole il passaparola funziona meglio di tanti volantini appesi nelle chiese del circondario.
Ora abbiamo fatto il consueto bilancio finale, che reputiamo positivo, ed abbiamo iniziato a gettare le basi per il pellegrinaggio del 2015 che si svolgerà nei giorni 28-29-30 Agosto. Ci aspettiamo di rivedere molti affezionati ma anche qualche volto nuovo.
Un caloroso grazie a tutti per l’affetto dimostratoci e un arrivederci.
Eddi Sella a nome di tutti gli organizzatori
(Davide, Gianni, Luca, Marco, Nicola, Umberto)
montemagre.madonnadellacorona@gmail.com
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
39° PELLEGRINAGGIO MONTE MAGRE’- MADONNA DELLA CORONA
24-25-26 Agosto 2012
Aspettando il 40° PELLEGRINAGGIO del 23-24-25 Agosto 2013
Il 39° cammino del pellegrinaggio Monte Magrè- Madonna della Corona, oltre ad aver fatto come ogni singolo pellegrinaggio storia a sé, ha spalancato le porte all’importante avvenimento del 40° anniversario che potrebbe riservare, per l’occasione, un ritorno alle gesta dei pellegrini di più di un secolo fa che si recavano al Santuario per poi ritornare alle loro case ancora a piedi, non avendo alternative, legate anche ad un fattore economico. Se tutto questo si realizzerà l’anno prossimo, per chi lo vorrà e lo riterrà nelle proprie possibilità senza essere discriminante nei confronti di chi compie il normale percorso di sola andata, potrebbe esserci la possibilità di percorrere il tragitto anche in senso inverso, con una piccola variante che permetterebbe di “ricalcare” il percorso del 1974, primo anno degli attuali pellegrinaggi “moderni”. Come organizzazione stiamo valutando altre idee e proposte ma per ora torniamo al presente, torniamo al pellegrinaggio di quest’anno che è stato l’anello di giunzione del trittico che si concluderà appunto il prossimo anno.
Per assicurare questa continuità è stato ripetuto il segno delle buste dove sono state inserite in forma anonima le richieste, le preoccupazioni, le domande, i ringraziamenti, in particolar modo di persone che non hanno potuto essere presenti al Santuario. Anche il prossimo anno sarà ripetuta l’iniziativa, le buste saranno ancora portate negli zaini dei nostri “pellegrini-postini” e deposte ai piedi dell’altare del “più ardito dei Santuari d’Italia”sul monte Baldo.
Al segno delle buste abbiamo aggiunto quest’anno una coroncina in legno con una decina del rosario, come segno che le buste che portiamo all’altare non possono non essere accompagnate dalla preghiera, come segno di quanto si prega nei luoghi mariani sparsi nel mondo in particolare di tutte quelle persone che pregano un po’ per se stessi ma molto per gli altri, come un segno che se anche lo riscopriremo chissà quando nel fondo di un cassetto, ci inviterà a dire un’Ave Maria…
Tornando ai nostri pellegrini a piedi particolare sensibilità è stata chiesta nel ricordare le persone che non possono partecipare per svariati motivi e di sfruttare il dono della loro forza fisica, non per prevalere sugli altri, ma per farsi carico dei pesi della vita di chi non può esserci; i pellegrini sono inoltre sempre invitati a non perdere l’occasione, a non sprecare questi giorni compiendo una normale camminata, ma di lasciare almeno uno spiraglio aperto alle novità che questi tre giorni di pellegrinaggio possono portare alla loro vita.
Forse noi organizzatori siamo ripetitivi nelle nostre raccomandazioni ma sono le basi per far continuare nel migliore dei modi questa tradizione ed esperienza sempre molto apprezzata.
Insisteremo sempre comunque sul fatto che il pellegrinaggio è un cammino di gruppo e non individuale, dove tutti si aiutano a superare le varie difficoltà che si possono incontrare.
Quest’anno eravamo rassegnati a camminare sotto la pioggia ma incredibilmente siamo stati solo sfiorati dalla perturbazione “Beatrice”, cosi chiamata dai poeti della meteorologia.
Ancora una volta abbiamo potuto apprezzare il giusto spirito di molti pellegrini che hanno saputo adattarsi, accettare le richieste logistiche di noi organizzatori e soprattutto lo spirito di quanti hanno saputo riconoscere i momenti di difficoltà di alcuni compagni di cammino e gli sono stati vicino pur sapendo di accumulare, a loro volta, un penalizzante ritardo sul gruppo.
Abbiamo quindi aggiunto quest’anno la 39esima pagina allo straordinario libro del pellegrinaggio a piedi da Monte Magrè al Santuario della Madonna della Corona e per quanto sembri strano sono tutte pagine diverse, nei particolari, l’una dall’altra.
Ad esempio quest’anno lo ricorderemo come l’anno del ritorno di diverse persone che avevano partecipato, anche per più di un anno di seguito, dieci o più anni fa e questo è stato veramente motivo di grande soddisfazione perché significa che a chi compie questo cammino rimane una “ferita” sempre aperta, difficile da rimarginare, a meno che proprio non la si voglia considerare.
Sicuramente abbiamo trovato questa ferita aperta nei tre giovanotti che hanno accettato la proposta, fattagli durante il cammino, di entrare a far parte dell’organizzazione e questo, con i tempi che corrono, oltre ad essere motivo di orgoglio per le loro famiglie, profuma di miracolo!
E’ stato anche l’anno dove ci siamo fermati per un attimo a guardare i 49 pellegrini a piedi, compresi fra i 10 e i 78 anni, ed abbiamo visto molti figli di chi aveva compiuto lo stesso cammino in passato, oltre ad un solido gruppetto di sempre presenti ormai passato alla storia!
Inoltre l’esserci imposti di darsi del tu, in questi tre giorni di cammino, ha contribuito a creare quel clima famigliare tanto da poterci considerare, almeno nell’ultimo fine settimana di Agosto, una famiglia allargata che, perché no, si ritrova di anno in anno.
Chi oramai ritroviamo con certezza di anno in anno è un commerciante di Recoaro Terme che ci regala il dolce per la cena e i gestori dei rifugi, degli alberghi-ristoranti dove soggiorniamo, che ci riservano sempre più un’accoglienza speciale e mi sembra doveroso ricordare in particolare quest’anno chi ci ospita a Fosse di Sant’Anna dove, pur essendoci stato un’ufficiale cambio generazionale, l’accoglienza e l’affetto non sono cambiati.
Non dimentichiamo che c’erano ben cinque ragazzi/e in pullman oltre ai tre a piedi e per questo dobbiamo ringraziare chi li ha accompagnati, giustificando così lo sforzo economico chiesto ai partecipanti adulti per permettere uno sconto speciale, presente da diversi anni, per gli under 15 e le famiglie presenti con almeno tre componenti.
Due pullman di pellegrini quindi si lasciano alle spalle un altro intenso pellegrinaggio in un Santuario così ricco di particolari che se ne scoprono sempre di nuovi e che lo rendono ancora “inesplorato”. Nei nostri volti la stanchezza, una strana serenità e gli immancabili occhi lucidi perché in questo ambiente, dopo 86 km impegnativi ma gratificanti, basta poco per far crescere l’emozione.
Come sarebbe bello che, almeno per la nostra comunità, diventasse un’occasione per ritrovarsi, come un tempo lo erano le gite paesane; sarebbe un’ulteriore pezzo che si unisce a tanti altri che compongono il puzzle di questa incredibile e, per quanto si possa scrivere, inspiegabile esperienza mariana. Tutti questi pezzi incastrati fra loro si fanno forza l’un l’altro, proprio come chiediamo sia lo spirito dei pellegrini, e tengono vivo questo pellegrinaggio.
Ora ci siamo salutati augurandoci di rivederci l’anno prossimo per il 40°, confidando ancora sul passaparola che rappresenta la nostra pubblicità più efficace, anche se queste righe si potranno leggere in tutto il mondo su internet.
Noi organizzatori non ci poniamo limiti e facciamo di tutto perché questo pellegrinaggio sia vissuto da più persone possibili.
Se poi riusciremo a far crescere un germoglio nel deserto di chi si credeva disinteressato, non ci resta che sperare che poi venga annaffiato…
Gli organizzatori
Davide, Eddi, Gianni, Luca, Marco, Nicola, Umberto
montemagre.madonnadellacorona@gmail.com
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
PELLEGRINAGGIO MONTE MAGRE’- MADONNA DELLA CORONA
Mai come in questo momento ho sentito il peso della responsabilità di scrivere a riguardo di questo storico pellegrinaggio a piedi, in direzione del più ardito dei santuari d’Italia, sul monte Baldo, il Santuario della Madonna della Corona.
Tutto è dovuto dalla carica emotiva che ho accumulato rileggendo un piccolo fascicolo, scritto negli anni 1998-1999 e mai reso pubblico, che riassume quasi due secoli di pellegrinaggi grazie a testimonianze di persone anziane che ricordavano il pellegrinaggio compiuto dai genitori o dai nonni.
Sarà uno degli obbiettivi primari, di noi organizzatori, integrare e migliorare questo fascicolo per far conoscere le curiosità, le avventure, le motivazioni che hanno caratterizzato questo pellegrinaggio, magari nel sito internet della nostra unità pastorale.
Per il momento vi darò un piccolo assaggio con alcuni cenni storici.
Il pellegrinaggio a piedi da Monte Magrè al Santuario della Madonna della Corona si sviluppa dalla seconda metà del 1800 al 1930 per poi continuare, in sporadiche occasioni e prevalentemente compiuto da singole persone, fino al 1970.
Le motivazioni principali, che spinsero i pellegrini ad avventurarsi in questo lungo cammino, furono un’angosciante crisi agraria nel decennio fra il 1876 e il 1886, che costrinse all’immigrazione un abitante su dieci, e la prima guerra mondiale che portò molti giovani al fronte lasciando nella preoccupazione le proprie famiglie.
Gli itinerari seguiti erano più di uno inizialmente ma non c’erano testimonianze ben precise che sapessero indicare distanze, luoghi, punti di riferimento alle persone che volevano intraprendere lo stesso cammino nei primi anni settanta del secolo scorso. Solo con la perseveranza di alcuni, attraverso avventure a volte incoscienti, dopo qualche tentativo, si riuscì a tracciare un percorso ideale e molto simile a quello che si presume facessero i pellegrini cento anni prima.
Il primo dei pellegrinaggi “moderni” venne compiuto da un gruppo di 11 pellegrini nel 1974 partendo il sabato mattina con tutto l’occorrente negli zaini, anche con le coperte per trascorrere la notte all’aperto, e conclusosi la domenica mattina con la S.Messa al santuario dopo aver sopportato i “capricci” meteorologici, che comunque hanno generato una grande solidarietà nei paesi di Fosse di Sant’Anna e di Spiazzi, oltre a far nascere delle amicizie vive ancor oggi.
Negli anni successivi ci sono stati dei cambi di percorso, allungandolo ma rendendolo più leggero, un allungamento dei tempi di percorrenza prima a due poi a tre giorni con due notti di riposo e infine la possibilità di partecipare anche in corriera nella sola giornata di domenica per dare modo anche ai partecipanti a piedi di ritornare alle proprie case più comodamente rispetto al treno o scomodando amici e parenti come si faceva nei primi anni.
Sicuramente può sorprendere il fatto che dal 1974 questa tradizione continua ininterrottamente e che in questa trentottesima edizione ci siamo ritrovati al Santuario della Madonna della Corona in 99 pellegrini, di cui 36 giunti percorrendo a piedi gli 86km che separano il santuario da Monte Magrè.
Abbiamo iniziato a prepararci per il 40° anniversario, che sarà nel 2013, con il segno delle buste che abbiamo distribuito nelle chiese della nostra Unità Pastorale, dove in molti hanno scritto le loro preoccupazioni, le loro richieste, i loro ringraziamenti ed stato molto emozionante, dopo averle portate nei nostri zaini, portarle all’altare del santuario nel momento dell’offertorio e vedere la nostra guida spirituale Don Luigi Bonollo alzarle al cielo…
Priorità per noi organizzatori resta quella di dare la possibilità al maggior numero di persone di fare questa esperienza che ti riempie, che ti lascia un solco anche se non sei un credente, anche se sei partito solo per farti una camminata o per metterti alla prova, poi sta ad ognuno di noi tenere questo solco come una ferita sempre aperta o voler dimenticare.
Noi l’anno prossimo, a Dio piacendo, il 24-25-26 Agosto ci saremo. Ricordo a tutti che la quota di partecipazione agevola le famiglie e gli under 15 e che il pellegrinaggio si svolge sempre nell’ultimo fine settimana di Agosto preceduto il giovedì da un incontro alle ore 20:00 nella chiesa parrocchiale di Monte Magrè per prepararci spiritualmente e per dare informazioni ai partecipanti e non.
Queste poche righe non bastano certo a rendere un’idea su di una realtà premiata con la medaglia di nuovo conio del comune di Schio in occasione del 25° anniversario, che ha coinvolto fino a settanta partecipanti provenienti da undici paesi del circondario e che tuttora coinvolge e da visibilità a Monte Magrè in mezza provincia, solo con il passaparola, segno che il ricordo è positivo.
E’ doveroso un ringraziamento a tutti coloro che finora ci hanno aiutato e sostenuto, a tutti gli organizzatori che si sono succeduti negli anni, alle circa 1200 persone che hanno partecipato fino ad oggi, tenendo comunque sempre presente lo spirito di chi, più di cent’anni fa, si fasciava i piedi e partiva…
Eddi Sella
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|